Teosofo austriaco. Compiuti gli studi al
politecnico di Vienna, proseguì le sue ricerche orientandole alle
dottrine gnoseologiche di Goethe, sulle quali scrisse la
Teoria della
conoscenza della concezione goethiana del mondo (1886). Nel 1888 si
recò a Weimar per lavorare all'Archivio goethiano e per collaborare
all'edizione critica delle opere di Goethe. Nel 1894 scrisse
La filosofia
della libertà, ove stilò i dettami di quella che sarebbe stata
la sua
scienza dello spirito; nel 1895 pubblicò
Friedrich
Nietzsche,
lottatore contro il suo tempo, uno studio sulle teorie che
avrebbero profondamente influenzato la sua attività futura. Agli inizi
del Novecento
S. intraprese il suo percorso di avvicinamento alla
Società teosofica, della sezione tedesca della quale divenne segretario
generale. Convinto dell'importanza del proprio apporto personale al complesso
filosofico (in questo senso redasse
Teosofia, 1904), si vide costretto a
lasciare il gruppo nel 1913 dopo una serie di contrasti con Annie Besant,
presidente della società, che vedeva nell'indiano Krishnamurti
l'incarnazione del Messia.
S. fondò allora una propria
società, detta Società Antroposofica, per la sede della quale fece
costruire a Dornach un edificio chiamato Goetheanum. L'antroposofia auspicava
l'incremento dei mezzi conoscitivi umani con l'ausilio di pratiche di
meditazione e di concentrazione che, unite all'ispirazione, dovevano condurre
l'uomo all'intuizione.
S. volle applicare le sue teorie alle numerose
attività cui lo portarono i suoi interessi (la filosofia, l'agricoltura,
la medicina, l'architettura, la pedagogia) e che si concretizzarono nella
stesura di numerosi testi (Kraljevica 1861 - Dornach, Basilea 1925).